sabato
Soffocarsi
Che cosa smuove l’anima? Sicuramente il ritmo del tamburo, la rabbia della chitarra e la concretezza del basso. Musica. Decisa, dura, non ha problemi a farsi ascoltare, e non si crea problemi nell’ascoltare. Dettato dal ticchettio di una cadenza ritmata e dura, il blues da sicurezza sembra dire questo sono io, cosi, semplicemente diverso e sostanzialmente aperto a tutto anche a coloro che di me non hanno buona fama. Duro, come il Rock. Cosa voglio dalla vita, come si chiama l’amore come s’arriva a non amare. Duro. Schermaglie di note creano attorno a chi ascolta una muraglia di sicurezza e di distacco verso qualsiasi sentimento reputato debole, se per debolezza si vuole intendere la passione per l’amore. Duro, non si riesce a schernire non si riesce a scheggiare, l’amore non passa, passa solo l’essere duro e protetto da ciò. Correre, verso la durezza delle sue note, montagne insormontabili, orridi, rumori dolcemente assordanti dove tutto scompare. Ma all’improvviso “stuffc” si cade all’interno della sua durezza e tutto si ricompone tutto è chiaro, il nucleo e morbido come tutti i cuori, e riscopri la piacevolezza d’amare, ma risvegliato da ciò si va alla ricerca del duro più duro, qualcosa di superiore, di distaccato, qualcosa che vale la pena ascoltare e fare in modo di non ritornare indietro, dimenticare, dissociarsi dal nuovo nucleo morbido e dolciastro. Amaro è ciò che si vuole ascoltare. E lei la musica ti ascolta e modifica le sue orme trasforma il suo suono e dal cilindro tira fuori il duro più duro. Alto il volume, e i pensieri? Svaniti! alto il volume ed è tribale lo stato, alla ricerca di nuove risorse che aiutano a superare lo stato catatonico e ossessivo che riversa da secoli ormai all’interno dei geni. Tribale è l’essere disincantato e non più sofferente, alto è il volume, Rock, chitarre arrabbiate, ritmi infernali, non abita più qui l’amore? Resiste la passione per la musica, sola amica e ascoltatrice dell’anima mia. E continua, il tempo scandito dal ritmo storia di ogni attimo, sregolatezza del vivere, alto il volume e si ritorna a volare, non esistono fiori non esistono languidi amori, non esistono dolci pensieri ma rivalsa contro se stessi, contro ciò che ognuno di noi è nel momento dell’amore. Non esiste più amore. Duro, sadico, possente, infernale, amaro, con la capacità di dimenticare, di stralunare, tutto si compie nell’attesa e quindi finisce. Stranieri diventano le dolci intenzioni e la voglia di pagare il conto è il solo pensiero ricorrente, pagare e andare oltre lo stato di malessere, oltre.. ci si sente al di sopra, si escludono gli arcobaleni e in quegli istanti ribrezzo verso l’amore. Rabbia, sfogo e crudeltà riaffiorano per condannare il debole pensiero. Ma come dialoga la batteria? Picchia, picchia forte, sembra voglia dire distruzione, ed entra nella tua vita martellando e scuotendo la tua anima rimuovendo ciò che quell’implacabile stato di inquietudine dettato dal cuore ha tradotto in te il buco nero. Poi sfuma l’ascolto e riaffiora il silenzio ed è tutto un frastuono perché tu non ci sei. Perciò ancora musica, cosi passa il momento.
mercoledì
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